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       Pillole di odio quotidiano


Perch� indorare sempre le pillole trovando una scusa per tutte le cose spiacevoli che capitano ogni giorno, quelle situazioni fastidiose che portano sull'orlo dell'isteria e che si cerca con tutto il cuore di evitare, ma non ci riesce. Parliamone.
L'argomento di questa pillola sono i mezzi pubblici cittadini, tram autobus e metr�, volutamente mi riferir� sempre all'autobus, questo per la maggiore esperienza accumulata, ma da quello visto e provato di persona, che si muova su asfalto o rotaia, sopra o sotto terra, il brivido dell'ora di punta � sempre lo stesso.
Parliamo del nostro amico, la cui utilit� principale dovrebbe essere quella di condurre l'ignaro utente dal punto A al B (non espressamente vicino), in un lasso di tempo ragionevole e con un dispendio energetico minimo, tutto ci� evitando lo stress psicologico delle code ai semafori e del parcheggio ormai introvabile. Mera utopia. La ressa che si crea all'interno di queste scatole con le ruote da nuovo significato alla densit� massima raggiungibile da un corpo sottoposto a compressione, il tempo impiegato al raggiungimento della meta � sempre abbondantemente al di sopra delle sovrastime pi� fantasiose e lo stress che si accumula da tutte quelle fermate spropositatamente lunghe si riesce a sfogare solo in alterchi pi� o meno violenti. Eppure anche in queste situazioni di sopravvivenza estrema c'� il rappresentante tipico che riesce a viverci e anzi divertircisi pure, parlando, comodamente seduto su poltroncine che sarebbero state l'invidia dell'inquisizione spagnola, di facezie e discorsi sconclusionati vertenti su quante volte la bimba � andata in bagno negli ultimi giorni, sui voti disastrosi del teppistello che � il figlio maggiore, della battaglia sui prezzi al mercato, e non di meno dell'ultima baruffa avuta col capo ufficio, il tutto condito con ogni sorta di ricetta semi mangereccia sovrabbondate di condimenti e spezie; risulterebbe anche sopportabile se non fosse per il grande urlare che ne fanno da un capo all'altro del bus, mentre la classica vecchietta caracolla su ogni persona nel suo raggio d'azione.
La vecchietta, ecco un'altra rappresentante tipica, la vedi dal finestrino e gi� sai cosa ti aspetta, ossia dieci minuti buoni per salire, nel quale riesce a lasciare una scia di vittime e contusi, grazie all'immancabile borsetta modello panzer della seconda guerra mondiale, residuo lasciato in eredit� dal consorte morto in battaglia; impossibile inoltre ribattere a quel trattamento, bloccati come si � dal flebile "mi scusi", che esce dalle loro laringi e che diventa un urlo d'indignazione battagliera quando non venga ceduto spontaneamente il posto dal giovincello sgarbato (lo �, per inciso, ogni essere umano d'et� inferiore ai 50 anni), ci si aspetta allora remissivi il proprio turno, che arriva immancabile, nel quale uno a scelta degli spigoli vivi della borsa, entrer� fino all'osso da qualche parte.
Nulla da ridire anche per la controparte maschile, l'orso brontolone. Caratteristica peculiare di questa specie di persone anziane, � il brontolio continuo che esce dalle loro laringi, con quella incessante e monotona continuit�; nulla pu� la pazienza pi� marcata o qual si voglia pratica ascetica quando iniziano a chiedere che vengano aperti i finestrini, poi chiusi, poi manca l'aria e bisogna scostarsi, e dulcis in fundo la storia della loro vita ormai sentita milioni di volte invariata, tanto da creare un fuggi fuggi generale verso il fondo del pullman, quando ci� risulti possibile, rischiando di far impennare l'automezzo. Torniamo ora a balzi indietro nel tempo, ossia parliamo dei frugoletti, cos� simpatici e carini, che dalla sicurezza dell'abbraccio materno riescono ad infliggere notevoli sofferenze con calci lasciati vagare in giro, cui nulla si pu� nella calca, vere e proprie future stelle del calcio. Crescendo non cambia nulla, e all'et� di 4 o 5 anni diventano, a detta delle mamme, un poco irrequieti, ossia correndo tra le gambe della gente accendono l'isteria del genitore, un isteria contagiosa che investe come un'ondata tutto il mezzo sfruttando l'istinto materno, e tramite il quale dopo estenuanti ricerche spinte e urla ne fuoriesce il pargolo sorridente e felice, e dietro ad esso un paesaggio di morte e distruzione. Connubio letale non da poco, ne deriva quando due di queste forze distruttive si combinano, ossia il nonno o nonna col nipotino, l'uno che sbraita di stare calmo e intanto spinge a pi� non posso e l'altro che strilla e tira per il braccio chicchessia, e al momento di scendere si dimenticano si suonare e urlano indignati di fermare o almeno aprire, forse per esibirli in qualche numero circense di discesa al volo. Razza mai in via d'estinzione � per l'appunto il cosiddetto distratto, che salta invariabilmente la fermata, dando vita a vere e proprie filippiche all'indirizzo del conducente adducendo allucinazione di campanelli suonati e luci di fermata accese, dal canto loro gli autisti si prodigano ribattendo con discorsi in gergo atm ben pi� che coloriti, distratti il giusto da rischiare inutili e stravaganti incidenti. Ben le posso capire queste persone, la cui sanit� mentale � messa a dura prova da sei ore di manicomio criminale, dove un uomo qualsiasi ne esce distrutto in dieci minuti netti.
E proprio di pazzi voglio parlare; ebbene si, esistono fermate in cui regna una strana calma e nell'aleggiare di una nebbia da smog alza la manina un ometto rachitico col berrettino perennemente in testa e con quell'aria da "sono uscito ora dalla comunit�" che appena salito inizia ha parlare dei suoi problemi ad alta voce, e guai a fare anche solo un accenno di cortesia al suo riguardo, parte per la tangente con discorsi filosoficomistici strampalati ed inconcludenti, davanti ai quali ben pi� di uno � capitolato, non resta a quel punto che fingere indifferenza e sperare che scenda presto.
Viene come in tutti i casi per� il momento della calma, quelle due o tre fermate prima del capolinea in cui ci si riesce a respirare e pochi sono quelli appesi alle sbarre in precario equilibrio, ed � allora che i discorsi, che prima passavano innosservati nel caos da fiera, sorgono dal nulla, cose veramente strane da far rizzare i capelli, storie di incontri fenomenali con ragazzi e ragazze e prodezze sessuali innominabili, ci si finge allora interessati al paesaggio, strade e negozi scialbi, mentre non si pu� fare a meno di sentire. Tra tutti questi spiccano quelli pi� pittoreschi e spinti dei bulletti che, recantisi alle scuole, sfogano tutta la loro frustrazione nel prima o dopo lezione, e se si � particolarmente fortunati si pu� assiste al famoso rituale di corteggiamento del galletto, spesse volte allontanato da imprevedibili e repentine volgarit� a piena ugola trasmesse con enfasi dalle loro prede immaginarie, segno distintivo di un'epoca di ribelli. Simbolo del divario culturale moderno sono i battibecchi generazionali, che insorgono tra rappresentanti di questa "era" e parti di storia passata, che sfociano in "vecchio bacucco" e "maleducati", e dove le parole grosse vengono lasciate per le discussioni del dopo, quando una delle due fazioni lascia il campo.
Tanti sarebbero ancora gli aneddoti da raccontare ad esempio: le comitive di ragazzini in gita o le code "veloci", ma esse si adattano forse meglio ad altre situazioni quali il treno dei pendolari o la coda al supermercato, e spero ci sar� tempo per discuterne in futuro. Mio augurio spensierato e che tutto quello descrittovi, e che vi verr� sicuramente a capitare esistendo, vi possa far vedere queste realt� quotidiane in maniera pi� ironica e umoristica, sgravando un poco il carico di tensione che si accumula durante la giornata e rendendo l'amara pillola dell'odio pi� sopportabile.

Proto C.


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