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E' molto bello guardarla



E' sempre notte nella mente di un uomo, ma se tra le nuvole la luna se la ride di noi, mi appoggio al campanile di una chiesa e vuoto le tasche. Metto insieme gli spiccioli dei ricordi e inizio a contare. La luna non sa a quanto poco serva la sua luce.
La luna crede che non serva nemmeno a quel poco, altrimenti si spegnerebbe. Non c'� da stupirsi se qui nulla ha un senso.

Dalla porta della scuola il ragazzo si affaccia al cortile polveroso. Strizza gli occhi per vedere meglio attraverso il sudore che li brucia. Il caldo gli ha attaccato i capelli biondi sulla faccia e gli danno fastidio, ma il vento caldo ha gi� iniziato ad asciugargli il sudore. Sui muri intorno al cortile camminano le sentinelle con il fucile che dondola pigro a tracolla, mentre sgranocchiano cioccolato. Per ora non gli badano. Cos� si sfila la T-shirt nera con su stampata la faccia del ragazzo della propaganda che si spara, e la getta a terra, poi inizia a scendere i gradini fino a quando appoggia la suola degli stivali sulla terra asciutta e sottile. Il cortile � grande e spazzato dal vento, ma c'� troppa luce per guardare davanti a s�. Si accende una sigaretta con concentrazione e muove i primi passi.
Finalmente una sirena inizia a suonare, come una mamma incazzata. Ma deve passare del tempo prima che l'attenzione delle guardie si posi sul cortile. Di solito i problemi non arrivano fino l�, vengono risolti prima nell'atrio.
Il fumo della cicca � meno caldo dell'aria e non riesce a dargli soddisfazione. Arriva al centro dello spiazzo e solleva le braccia, aspettandosi una qualche rivelazione dall'alto. Il cielo � terso e azzurro e disumano.
Cammina fino al muro e si siede per terra. Sa di sporcare i jeans stinti e ne � contento.
Gli sembra stia arrivando qualcuno, ma la luce e la polvere non gli fanno capire chi sia. Poi la figura diventa inconfondibile. Ben vestita, con insopportabili occhi verde Carti�, la pelle quasi trasparente nonostante le ore d'aria imposte in quel torrido clima. Quasi gli sorride, come se sapesse farlo davvero.
Gli si forma un nodo in gola.
-Ma non so che farmene, le mormora.
-Bene.
Gli si ferma d'inanzi. E' pi� piccola di quel che sembrava.
-Posso sedermi?
-Perch�?
-Cos� ti chiederei una sigaretta.
Le tira il pacchetto. Lei prova ad afferrarlo ma non ci riesce e cade. Un po' di tabacco si mescola con la terra. Lui con lo stivale da' un colpo al pacchetto e glielo fa arrivare.
-Mi inginocchio davanti all'ultimo di voi, per una sigaretta?
-Vuoi?
Lei fa di no con il capo, ma si china e si prende la sua sigaretta. Poi camminando carponi lo raggiunge e gli si siede al fianco. Sembra bella e fresca e seducente.
-Perch� sei venuta qui?
-Forse cos� vivrai pi� a lungo. Mi faresti accendere?
Lui di colpo si accorge che la sirena sta ancora suonando. E' inviperita. Per� all'ombra del muro c'� un po' di fresco e pare di star bene. Strofina un cerino lungo la striscia e lo accende. Si spegne subito dopo.
-Faccio io, grazie.
Quando la mano di lei tocca la sua viene percorso da un brivido. Non si aspettava che gli facesse quest'effetto.
-Allora, gli dice dopo la prima boccata, perch� l'hai fatto?
-Vecchie canzoni, la polvere che morde, i mostri nell'armadio... su questo cielo non passa mai nulla?
-Non saprei.
-Io non ci credevo. Non credevo che fosse sempre cos� limpido e vuoto. Mi sembrava crudele. Cos� sono uscito per venire a guardarlo per un po'.
-E ora che ne dici?
-Dico che fa schifo.
-Non ne valeva la pena.
-Se avessi potuto chiedertelo, forse. Ma questa � una delle informazioni nascoste.
-Gi�.
-Tuo padre ora sar� inferocito come una bestia.
-Lo credo anch'io, ma non mi accadr� niente, sta tranquillo, essere la figlia del preside offre vantaggi.
-Ma il prezzo non li vale.
Lei se ne risente e si accarezza una guancia. Poi accarezza quella di lui.
-Tu non ne uscirai mai. Ci rappresenti tutti.
-Forse quando mio padre sar� vecchio e stupido mi lasceranno in pace.
Lui non vuole dirle nulla. In fondo le � grato per quelle chiacchiere.
Da bambino aveva visto una ninfetta uscire di scena. Era sicuro che in quel grosso tubo ci fosse una di loro, perch� di solito sceglievano voci molto simili, molto dolci.
Si sente stringere forte la mano e capisce e riponde alla stretta. Lentamente solleva il viso verso di lei, ruotandolo. E' molto bello guardarla. E' la cosa pi� bella che abbia mai visto.
Si sforza di non piangere mentre i proiettili a impatto gli spalancano il torace nudo. Le � grato di avergli evitato di vedere le due guardie. Magari le avrebbe messe in imbarazzo.
Appoggi� la nuca al muro, salut� il cielo fumante e le lasci� andare la mano.

Ivano Astesana


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